Tumori dell’esofago

Il carcinoma dell’esofago è un tumore relativamente raro nei paesi Occidentali, molto aggressivo e con mortalità elevata se diagnosticato tardivamente. Colpisce prevalentemente il sesso maschile con rapporto uomo-donna di 3 a 1 e con picco di incidenza in età avanzata, dopo la sesta decade di vita. I principali fattori di rischio del cancro dell’esofago sono fumo, alcol, obesità, malattia da reflusso gastroesofageo e il conseguente esofago di Barrett.

Il sintomo principale è la disfagia ingravescente (ossia la difficoltà a deglutire prima i cibi solidi poi i liquidi), la perdita di peso, la tosse e la pirosi retrosternale.

La diagnosi richiede l’esecuzione della gastroscopia (EGDS), un esame endoscopico che permette la visualizzazione di tutta la mucosa dell’esofago ed il prelievo bioptico per la conferma istologica. Eventuali approfondimenti strumentali come la TC total body, la risonanza magnetica, la PET-TC e l’ecoendoscopia sono necessari per una migliore stadiazione preoperatoria, così da stabilire il planning terapeutico.

 

Data l’importanza dell’esofago di Barrett tra i fattori di rischio per l’insorgenza del cancro dell’esofago, è importante sottoporre tutti i pazienti che ne sono affetti a protocolli di sorveglianza con gastroscopie programmate, così da identificare precocemente la displasia che può insorgere in caso di Barrett, una lesione precancerosa che richiede rapido trattamento. 

La visita chirurgica è fondamentale per stabilire l’iter diagnostico e terapeutico.

Il trattamento di questa patologia varia a seconda dello stadio del tumore e la chirurgia rappresenta uno degli step fondamentali.

Indipendentemente dallo stadio, il gold standard per il trattamento chirurgico del cancro dell’esofago è la esofagectomia, ovvero l’asportazione dell’esofago con la ricostruzione del transito alimentare con lo stomaco. L’intervento può essere eseguito con tecnica mininvasiva e approccio toracoscopico o laparoscopico.